mercoledì 21 luglio 2010
COMUNICATO STAMPA: 1.401.492 SI A DIFESA DELL'ACQUA PUBBLICA!
“Siamo contenti, è un risultato storico, 1.401.492 firme – esordisce l’Assessore Natale di ritorno da Roma – adesso l’impegno deve aumentare fino al giorno dei referendum”. Viva soddisfazione all’indomani della consegna in Cassazione a Roma delle firme raccolte a sostegno della Campagna Referendaria Acqua Bene Comune. “Sono state raccolte più firme che per il referendum contro l’Aborto!”.
Il risultato è frutto dell’impegno, in soli tre mesi, di un fronte compatto (ATTAC, ARCI, WWF, Legambiente, ACLI, AGESCI, Coordinamento Nazionale Enti Locali per l’Acqua Pubblica, CGIL, UISP, Slow Food Italia, Tavola della Pace, Associazione dei consumatori, Unione degli Studenti Universitari e altre centinaia di sigle e movimenti locali) a ribadire l’importanza dell’acqua e la sua valenza universale, evocativa, ma soprattutto a dire con forza che l’Acqua è un diritto universale e non può diventare una merce.
“Fossacesia ha contribuito con 1050 firme per i 3 quesiti – continua Natale - ed è stata sempre in prima fila, insieme a Pineto, Vasto e Città Sant’Angelo, nella costituzione del Coordinamento Nazionale degli Enti locali il 6 marzo e nella grande Manifestazione del 20 Marzo, sempre a Roma. Il 9 febbraio scorso abbiamo inserito nel nostro Statuto Comunale il diritto all’acqua, riconoscendo il servizio idrico come di preminente interesse pubblico e privo di rilevanza economica. Adesso aspettiamo il vaglio della Cassazione e la fissazione della data del voto pronti a continuare per vincere questa battaglia per la democrazia”.
“Il bene acqua, le reti, la gestione del servizio, tutto deve essere pubblico. E’ importante che il controllo e la gestione torni ai Comuni, ai cittadini. La scommessa da accettare e vincere è far funzionare il pubblico e non dichiararsi sconfitti e lasciare al privato. Che poi così efficiente e trasparente non è la Sicilia, Latina e Arezzo sono lì a testimoniarlo – afferma Natale”.
“Noi non viviamo i problemi di Arezzo, Latina e della Sicilia perché il Movimento riuscì, con l’appoggio dei sindaci, a far affidare la gestione a soggetti a capitale pubblico. Ma alcuni disservizi e problemi che abbiamo con SASI ed ISI sono imputabili al fatto che sono soggetti di diritto privato e non diritto pubblico e che non rispondo ai Consigli comunali. I tre quesiti referendari cercano di eliminare gli elementi normativi che permettono e generano molti dei problemi che nella gestione dell’acqua si hanno – aggiunge Natale”.
“La gestione pubblica del servizio idrico, effettuata da soggetti di diritto pubblico, garantisce comunque più trasparenza, più partecipazione dei cittadini, maggiore possibilità di controlli e a parità di capacità professionale dei soggetti (se selezionati per il merito e non per l’appartenenza partitica), anche maggiori risorse e maggiore disponibilità a finanziare da parte dei cittadini gli interventi di ammodernamento delle linee, sono i fatti che parlano. Il privato deve anche fare lucro, se ha degli utili non è detto, e non lo fa quasi mai, che li reinvesta nel miglioramento del servizio, un soggetto di diritto pubblico se fa utili li reinveste – conclude Natale”.
“Un soggetto di diritto pubblico non potrebbe sospendere l’erogazione dell’acqua potabile senza avvisare preventivamente i cittadini o almeno i Comuni per esempio. – chiosa Natale. Ovviamente le disfunzioni del servizio pubblico sono imputabili alle scelte fatte e non fatte dalla classe politica e dirigente della nostra Regione non è imputabile ai tecnici o da chi si trova in eredità problemi dovuti a carenze e difficoltà strutturali. Dobbiamo ripartire dalla vittoria nei referendum per cambiare in meglio la gestione pubblica dell’acqua. Abbiamo sia le capacità che le professionalità per farlo senza regalare niente ai privati. Lo dobbiamo a chi verrà dopo di noi e a noi stessi”.
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