giovedì 25 novembre 2010

Solidarietà a Umberto Santino e Giovanni Impastato

La vostra lotta è la nostra lotta, attaccare voi è attaccare la storia dell'Antimafia civile.

Saviano scrive che, prima del film "I Cento Passi", la memoria di Peppino Impastato era custodita solo da pochi, mettendo in relazione il film con i processi per l'assassinio di Peppino. Umberto Santino e, successivamente, Giovanni Impastato chiedono che venga riconosciuto la loro più che trentennale battaglia perché Peppino abbia giustizia: il processo era iniziato prima del film, grazie a questa battaglia. L'Einaudi, la casa editrice per la quale Saviano ha scritto il testo incriminato, per tutta risposta minaccia querele.
Quanto sta accadendo in queste settimane è l'emblema dell'Italia di oggi, l'Italia dei salotti e che non si indigna più, un Paese che riconosce una sola narrazione, quella della televisione e del pensiero unico che narcotizza e omologa. Una storia come quella del Centro Siciliano di Documentazione Peppino Impastato e di tutti i compagni di Peppino, del loro coraggio e della loro determinazione nel portare avanti la lotta perché venisse fatta giustizia a Peppino non può esistere. E' molto più comodo far credere che tutto sia avvenuto per un film, che questo film abbia risollevato dall'oblio la storia di Peppino e magicamente tutto è tornato in moto, anche i Tribunali. Perché questa è l'ideologia televisiva, un quarto d'ora di celebrità e tutti hanno diritto ad esistere. Ma prima di quel quarto d'ora, fuori dal recinto dorato non si esiste. Addolora e amareggia che, in questo caso, sia coinvolto Roberto Saviano. Perché tutto è nato da un suo scritto. Saviano, almeno ufficialmente, non ha ancora preso posizione. Possiamo ancora sperare che voglia esprimere forte contrarietà per quanto sta facendo la casa editrice Einaudi e voglia difendere Umberto, Giovanni e il Centro. Umberto, in più riprese, gli ha chiesto un confronto pubblico, un incontro chiarificatore. Lo ha auspicato anche Riccardo Orioles. Sarebbe molto triste se non fosse così. Per Saviano e per tutti noi.

La querela dell'Einaudi, una volta gloriosa casa editrice, riporta alla mente i fatti del 2004, allorquando l'avvocato di Tano Badalamenti querelò Giovanni Impastato per aver dichiarato al Maurizio Costanzo Show che chi sosteneva che Peppino fosse un terrorista-suicida era un imbecille. In quell'occasione Giovanni fu condannato. Oggi l'indignazione non può che essere la stessa. Viviamo tempi in cui due luminose figure dell'impegno civile e dell'antimafia vengono irrise, sminuite, attaccate mentre l'Italia sempre più precipita nell'illegalità, nell'affarismo, nella speculazione, nella penetrazione mafiosa nelle Istituzioni e in economia, nell'avanspettacolo. Il loro impegno, il loro coraggio, la loro trentennale battaglia per la giustizia e per denunciare (e documentare, che al giorno d'oggi è merce rara) i potentati mafiosi dev'essere il nostro. E' un patrimonio dell'Italia migliore, che non si arrende e alza la testa, un patrimonio da difendere e custodire quotidianamente. Persone come Giovanni e Umberto andrebbero sostenute, difese, prese da esempio. E invece, c'è il silenzio (anche di tanti presunti antimafiosi, ma da salotto). Questo silenzio, quest'omertà va spezzata. E' doveroso chiedere a Saviano di esprimersi e chiedere scusa. Tutti possiamo sbagliare, a tutti può capitare di essere fraintesi. Probabilmente, vogliamo crederlo, Saviano non è riuscito ad esprimere compiutamente e correttamente il suo pensiero. Basterebbe un suo gesto, una sua presa di posizione pubblica per fermare l'attacco dell'Einaudi e ripristinare la verità. Sarebbe un atto di giustizia, verso il Centro e verso la memoria di Peppino. Una memoria che non possiamo permettere, e ancor più non può Saviano accettare di esserne strumento, sminuita e offesa. E' la memoria di un sacrificio, assassinato dalla mafia e accusato da morto di essere un terrorista. E' la memoria di un cammino trentennale, una lotta per chiedere giustizia iniziata poche ore dopo l'assassinio e giunta ad oggi ancora in piedi, luminoso esempio di un cammino da seguire per tutti coloro che credono ancora che la mafia, parafrasando Borsellino, è umana ed è destinata a finire. Il l 9 maggio 1978 Peppino Impastato fu ucciso dalla mafia. Il boss Tano Badalamenti decise che Peppino era diventato scomodo. Quel giorno era convinto di aver messo a tacere un uomo che voleva e cercava la giustizia. Invece si sbagliò profondamente. Perché dal sacrificio di Peppino, dall'amore per la giustizia che lui aveva sempre mostrato, tante voci si levarono. Il giorno dei funerali di Peppino, centinaia di persone (in gran parte da fuori Cinisi) accompagnarono la bara. "All'improvviso, come a rispondere agli slogans dei compagni ("Peppino è vivo e lotta insieme a noi"), si levò, alto, deciso, il pugno chiuso di Giovanni. Era una prima risposta. Un filo cominciava a intrecciarsi. Dentro la famiglia Impastato qualcuno dichiarava pubblicamente di prendere il testimone, si schierava apertamente con Peppino e con i suoi compagni. Ai muri del paese in un piccolo manifesto si leggeva: Peppino Impastato è stato assassinato. L'omicidio ha un nome chiaro: Mafia" ricordano Anna e Umberto Santino.

Come fiori in primavera gli amici di Peppino decisero di proseguire il suo impegno, la sua lotta contro l'oppressione e la violenza mafiosa. Questo gruppo di irriducibili cercatori di giustizia hanno da subito trovato un motore inesauribile nella famiglia di Peppino. L'anziana mamma Felicita e il fratello Giovanni decisero di non lasciar morire la sua voce. Anche grazie a loro, oggi digitanto su un qualsiasi motore di ricerca "Peppino Impastato" si trova subito tantissime testimonianze di una Sicilia che non si arrende alla mafia. Il primo impegno fu quello di rendere giustizia proprio a lui. I mandanti del suo assassinio, insieme ai loro appoggi istituzionali accusarono Peppino di essere un terrorista e di essere morto mentre stava preparando una bomba. Si voleva infangarne la memoria, cancellare il suo impegno antimafia. Ma i suoi amici non si arresero e condussero una battaglia legale durissima. Nonostante i boicottaggi e i depistaggi alla fine la giustizia prevalse. Alle ore 17,15 dell'11 aprile 2002 la Corte d'Assise di Palermo condanna Gaetano Badalamenti all'ergastolo in quanto mandante dell'omicidio Impastato. 24 anni dopo finalmente era giustizia. Quelle poche parole di Saviano, e il comportamento dell'Einaudi, nascondono e non riconoscono tutto questo.

In questo ultratrentennale cammino, tantissimi sono i momenti che andrebbero ricordati, momenti straordinari che testimoniamo la limpidezza e l'umanità di chi lo sta conducendo. Tra i tanti pubblici, a me piacerebbe ricordarne uno quasi privato: l'incontro tra Haidi Giuliani e Felicetta, la mamma di Peppino. Le parole con le quali Umberto testimoniò l'incontro tra le due madri, l'abbraccio tra la resistenza contro la mafia e la resistenza contro la globalizzazione, due imperi economici e politici che si incontrano e fanno affari insieme da sempre. Dalla loro umanità possiamo, e dobbiamo, ripartire. Con coraggio, ovvero col cuore.

Chiediamo giustizia per Peppino, ieri, oggi e sempre. Al fianco di Umberto e Giovanni, al fianco del Centro Siciliano di Documentazione Peppino Impastato e dei compagni di Peppino. Perché esiste un'Italia migliore, un'Italia che non accetta di piegarsi e il compromesso interessato, che non si arrende e s'indigna. Quest'Italia va ringraziata, va difesa e va seguita.
[Alessio]

I dettagli della vicenda
http://www.radiocittaperta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5420&Itemid=9
E' possibile sostenere, anche economicamente, il Centro (che si autofinanzia)
Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”
via Villa Sperlinga 15
90144 Palermo
conto corrente postale n. 10690907

venerdì 19 novembre 2010

Parco Nazionale della Costa Teatina: da sogno sulla carta a realtà

Inquadramento Territoriale
Il tratto costiero della Provincia di Chieti è sicuramente quello a naturalità maggiore dei circa 125 km di fascia costiera abruzzese.
L’importanza naturalistica e paesaggistica del tratto costiero considerato, in particolare tra Ortona e Vasto, è dovuta alla presenza di alcune specie animali e vegetali di notevole interesse conservazionistico, al permanere di ecosistemi inseriti nella Diretti Habitat, quali boschi dominati da Quercus ilex e Quercus pubescens e verso il mare degli ecotoni come le falesie di Ortona e Vasto e le dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria, l’associazione Echinophoro spinosae-Ammophiletum-arundinaceae, e le dune mobili embrionali, elementi questi ad una valenza paesaggistica che si origina dall’alternarsi di tratti di costa bassa e tratti di costa alta.

Tale andamento morfologico ha contribuito anche a concentrare i centri urbani e ad avere ancora permanente una discontinuità lineare dell’urbanizzato, contariamente a ciò che accade invece in particolare del tratto settentrionale e centrale Silvi-Montesilvano-Pescara-Francavilla dove si può parlare di città lineare.

La fascia costiera della Provincia di Chieti presenta numerosi corsi d’acqua, da nord a sud, abbiamo fiumi come l’Alento, il Moro, il Sangro, l’Osento, il Sinello e il Trigno, che delimita il confine tra la Regione Abruzzo e il Molise. Importante anche il sistema dei torrenti tra i quali ricordiamo il Foro, il Feltrino, il San Giovanni, il Lebba, e il Buonanotte.

Tra Ortona e Vasto in poco più di 50 km troviamo 7 Riserve Naturali Regionali (Ripari di Giobbe, Acquabella, Grotta delle Farfalle, San Giovanni in Venere, Lecceta di Torino di Sangro, Punta Aderci, Marina di Vasto, 1 Siti di Importanza Regionale (il Corridoio Verde, ai sensi della L.R. n.5/2007) e 6 Siti di Importanza Comunitaria (IT7140106 Fosso delle Farfalle, IT7140107 Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce Fiume Sangro, IT7140111 Boschi riparali sul Fiume Osento, IT7140108 Punta Aderci, IT7140109 Marina di Vasto, IT7140127 Fiume Trigno) oltre a numerose stazioni dove sono segnalate specie vegetali in via d’estinzione e in lista rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature) come documentato dall’Università dell’Aquila dal gruppo del Prof. Pirone. Complessivamente risultano protetti 11,41 Km2, pari al 3,7% del territorio costiero, considerando solo le aree protette. Superficie che aumenta fino a 19,3 Km2, pari al 6,3% se consideriamo anche la parte ricadente nei Siti d’Importanza Comunitaria della Rete Natura 2000.

Nell’immediatezza della costa troviamo altre due riserve regionali (Lago di Serranella, tra Sant’Eusanio del Sangro, Casoli e Altino e il Bosco di Don Venanzio a Pollutri) oltre ad un’altro sito SIC il “Bosco di Mozzagrogna” - IT7140112 tra Mozzagrogna e Paglieta, che unito al già citato “Boschi Riparali sul Fiume Osento” - IT7140111, tra Torino di Sangro, Villalfonsina e Casalbordino, e ai corsi del Sangro e dell’Aventino congiungono la costa con le prime propaggini del Parco Nazionale della Majella-Morrone.
Caratterizzano le colline prossime al mare di questo territorio le coltivazioni dell’ulivo e della vite.

Come evidenziato da recenti studi svolti dal Consorzio Mario Negri Sud e dal gruppo LASCOT è emersa la possibilità di migliorare e ripristinare la connettività ecologica tra queste aree in precedenza elencate.
La zona pur essendo segnata da urbanizzazione diffusa e dalle attività antropiche, in particolare l’agricoltura, presenta habitat e specie di una certa importanza conservazionistica.
Tra le specie animali presenti, per esempio come avifauna, si segnalano: la capinera (Sylvia atricapilla), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), la sterpazzolina (Sylvia cantillans), Sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata) e il canapino (Hippolais poliglotta), il martin pescatore (Alcedo atthis) e il tarabusino (Ixobrychus minutus); durante il periodo di passo è rara la presenza della pispola golarossa (Anthus cervinus), presente con colonie consistenti il gruccione (Merops apiaster), nei relitti di boschi a Quercus il picchio verde (Picus viridis) e il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), nonché il fratino (Charadrius alexandrinus) sulle spiagge da Torino di Sangro a San Salvo. Tra i rettili sono presenti il geco verrucoso (Hemidactilus turcicus), il geco comune (Tarentola mauritanica) e il cervone (Elaphe quatuorlineata), la testuggine terrestre (Testudo hermanni), in particolare nella Lecceta di Torino di Sangro, unico sito in Abruzzo a presentare una popolazione stabile. Per i pesci abbiamo la cheppia (Alosa fallax) e il cagnetto (Salaria fluviatilis), nonché invertebrati come il granchio di fiume (Potamon fluviatile), Cerambix cerdo e Alaocyba marcuzii, tra i mammiferi la volpe (Vulpes vulpes), la donnola (Mustela nivalis), il riccio (Erinaceus europaeus), il toporagno (Sorex araneus ), il mustiolo (Suncus etruscus) e il tasso (Meles meles), avvistato il capriolo (Capreolus capreolus).
Dal punto vegetazionale oltre ai sistemi legati ai boschi e alle foreste su menzionate presenti in frammenti più o meno estesi e collegati tra loro si hanno anche presenze ad areali più limitati o stazioni puntuali con presenza soprattutto di vegetazione alofita sia di scogliera, nelle falesie, legata ai sistemi dunali o alle spiagge ciottolose: Calystegia soldanella, Polygonum maritimum, Pancratium maritimum, Typha minima, Salicornia patula, Sagina marittima, Spergularia marina, Crithmum maritimum, Daucus gingidium, Helichrysum italicum, l’Ammophila arenaria subsp. Australis, zigolo delle spiagge (Cyperus capitatus ex C. kalli), ononide screziata (Ononis variegata), logliarello delle spiagge (Cutandia maritima), silene colorata (Silene colorata), erba medica litorale (Medicago littoralis), nappola (Xanthium orientale subsp. italicum), agropiro pungente (Elymus athericus), papavero cornuto e camomilla di mare.

Gli elementi di criticità e di frammentazione principale sono dati prevalentemente dalle infrastrutture lineari, partendo da quelle parallele alla linea di costa, ex-tracciato ferroviario RFI, Statale Adriatica, nuovo tracciato ferroviario, Autostrada A 14, fino al reticolo interno delle provinciali e comunali, oltre anche qui alla linea San Vito-Lanciano della Sangritana nei due percorsi esistenti.
Lo sprawling dell’urbanizzato, in particolare nelle frazioni è causa, congiuntamente alle modalità di conduzione dei fondi agricoli, dell’abbandono da parte di alcune specie della percorrenza di alcune aree marginali in vicinanza soprattutto dei cosiddetti fossi.
E’ in atto una progettualità che partendo dalle aree individuate con valenza maggiore risolva le problematiche di effetto margine e della frammentazione su menzionate agendo in particolare sugli incolti prossimali individuando con successive analisi di dettaglio le direttrici secondarie e gli areali potenziali da recuperare valorizzando anche gli agro-ecosistemi e gli elementi e le unità di paesaggio caratterizzanti.

Aree Protette:
RNR “Ripari di Giobbe”, RNR “Acquabella” (Ortona), RNR “Grotta delle Farfalle” (San Vito-Rocca San Giovanni), RNR “San Giovanni in Venere” (Fossacesia), RNR “Lecceta di Torino di Sangro” (Torino di Sangro), RNR “Punta Aderci” (Vasto), RNR “Marina di Vasto” (Vasto-San Salvo) – Superficie totale Aree Protette (11,4 Km2).

Siti di Interesse Comunitario
IT7140106 Fosso delle Farfalle (San Vito-Rocca San Giovanni), IT7140107 Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce Fiume Sangro (Fossacesia-Torino di Sangro), IT7140111 Boschi riparali sul Fiume Osento (Torino di Sangro-Casalbordino-Villalfonsina), IT7140108 Punta Aderci (Vasto), IT7140109 Marina di Vasto (Vasto-San Salvo), IT7140127 Fiume Trigno (basso corso- San Salvo)
Superficie Totale Natura 2000 (19,3 Km2).

Inquadramento Normativo

Con la Legge n°344/97 (art. 4, comma 3) la “Costa Teatina” viene inserita (su proposta del Sen. Staniscia) tra le “prioritarie aree di reperimento” previste dalla Legge n°394/91 (lettera l-bis, comma 6, art. 34) e sulle quali si dovevano realizzare Parchi Nazionali.
Successivamente la Legge n°93/2001, all’art.8, comma 3, avvia l’iter di istituzione, ricordando le procedure e le intese richiamando la L.394/91 e fissa in lire 1.000 milioni dal 2001 i limiti massimi di spesa per l’istituzione e il funzionamento.
La Giunta Pace allora al Governo Regionale ricorre alla Corte Costituzionale contro la L.93/01 per farne dichiarare dichiarazione di incostituzionalità e, comunque, per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato.
La Corte Costituzionale con la sentenza n°422/2002 depositata il 18 ottobre 2002 dichiara “non fondata” la richiesta della Regione Abruzzo è ribadisce la legittimità dell’art. 8, comma 3, della legge 23 marzo 2001, n. 93.
Per anni la questione rimane parcheggiata, il Ministero dell’Ambiente non trova l’intesa con la Regione Abruzzo.
Nel 2005 cambia il Governo Regionale e con la dismissione della tratta Adriatica, tra Ortona e Vasto, di RFI si torna a parlare di Costa Teatina, viene fatta una prima proposta dall’Assessore Regionale Franco Caramanico, il 6 settembre 2006 una delegazione abruzzese guidata da Caramanico si incontra con il Direttore del Servizio di Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente e si riavvia l’iter di perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina, dopo diversi mesi di confronto con i Comuni, deliberano solo in tre a favore del Parco (Vasto, San Salvo e Francavilla), si approda quindi dopo un confronto di un anno e mezzo con associazioni ed Università, al “Sistema delle Aree Protette della Costa Teatina” con la Legge Regionale n°05/2007 che viene costituito, nelle more della definizione del Parco Nazionale della Costa Teatina.
L’iter del Parco rallenta di nuovo e vista la renitenza dei Comuni la Direzione Regionale competente formula una proposta di perimetrazione e la invia ai Comuni e al Ministero (2008).
A luglio 2008 viene arrestato l’allora Presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, si va verso le elezioni a dicembre 2008 e l’iter si ferma di nuovo.
A fine aprile 2010, nell’anno internazionale della biodiversità, con il Direttore Aldo Cosentino in procinto di andare in pensione, il Ministero dell’Ambiente riprende gli iter dei Parchi sospesi (ne mancano ancora 5 da istituire: Costa Teatina, isola di Pantelleria, Egadi e litorale trapanese, Eolie, Iblei).
Il 10 Maggio 2010, Regione Abruzzo, Provincia di Chieti e Comuni Costieri (Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo) sono convocati a Roma presso il Ministero dell’Ambiente e si riavvia l’iter di istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina e alla Regione Abruzzo viene affidato il compito di riconvocare i Comuni e la Provincia per definire una nuova perimetrazione condivisa entro la fine del 2010.
Il 9 luglio 2010 la Regione Abruzzo convoca i Comuni e la Provincia di Chieti e preso atto della contrarietà alla proposta di perimetrazione elaborata dalla Direzione Regionale Aree Protette e Parchi del 2008, si concorda di lavorare su una ipotesi che preveda 4 zone, anticipando la zonazione nel Decreto Istitutivo e graduando meglio i vincoli in considerazione delle valenze naturalistiche e dell’antropizzazione del territorio. Ogni Comune si prende l’onere di deliberare in merito decidendo se essere favorevole o contrario, definendo anche una perimetrazione per il territorio di competenza da rimandare in Regione Abruzzo per una successiva integrazione e raccordo complessivo delle proposte. Si ipotizza di terminare questa fase per settembre/ottobre.
Dopo diversi incontri di coordinamento la questione resta sospesa, tra agosto e ottobre solo alcuni comuni si muovono e iniziano la discussione e avviano dei percorsi di confronto ed ascolto anche con i cittadini, tra questi Fossacesia, Torino di Sangro e Vasto.
Torino di Sangro delibera in consiglio sulla volontà di dare origine al Parco e di definire una perimetrazione su 4 zone come concordato in Regione, Fossacesia ne discute nel suo Forum Ambiente e approva in Commissione Urbanistica la proposta di perimetrazione su 4 zone, Vasto approva un ordine del giorno e rimanda la discussione della perimetrazione.

Le Quattro Zone
Questa la proposta avanzata dal Comune di Fossacesia presso la Regione Abruzzo:

Zona “A”, Protezione integrale, comprendente tutte le aree di rilevanza naturalistica, ambientali, paesaggistiche, storico-culturali, nonché altre tipologie di vincoli già esistenti, come messe in evidenza dalla Cartografia inviata dalla Regione e citata nelle premesse, nonché tutte le aree che studi e ricerche di Enti, Università ed associazioni hanno evidenziato avere le presenze e/o caratteristiche di cui sopra ;
Zona “B”, Riqualificazione Ambientale, comprendente tutte le zone prossime alle zone A che presentano elementi parzialmente modificati dall’uomo, ma che preservano la possibilità di essere recuperati e valorizzati, in ottica di rete ecologica, al fine di aumentare la qualità ambientale complessiva e ridurre la frammentazione ambientale;

Zona “C”, Riqualificazione Urbanistica/Paesaggistica, comprendente aree urbanizzate ed antropizzate nelle quali è possibile migliorare la qualità paesaggistica e diminuire l’impronta ecologica delle attività umane orientandole verso la sostenibilità;

Zona “D”, Regime ordinario, aree fortemente antropizzate, aree di sviluppo e di espansione.
Di favorire il ripristino delle aree contigue di rilevanza ambientale, al fine di sviluppare una rete ecologica intercomunale.

DIVIETI GENERALI
1. Sono vietate in tutto il territorio del Parco nazionale, fuori dai centri edificati così come individuati nella cartografia allegata, le seguenti attività:
a) la cattura, l'uccisione, il danneggiamento ed il disturbo delle specie animali ad eccezione di quanto eseguito per fini di ricerca e di studio previa autorizzazione dell'Ente parco ai sensi dell'articolo 11, comma 4, legge 6 dicembre 1991, n. 394;
b) la raccolta e il danneggiamento della flora spontanea, del bosco e della macchia mediterranea fatte salve le esigenze connesse con il mantenimento delle attività agricole tradizionali e, previa autorizzazione dell'Ente parco, gli interventi conservativi tendenti a favorire il ripristino delle suddette formazioni vegetali con l'impiego di specie autoctone, gli interventi necessari a prevenire gli incendi e i danni alla pubblica incolumità, gli interventi strettamente necessari a garantire la conservazione del patrimonio archeologico, storico ed architettonico e di quanto eseguito ai fini di ricerca e di studio. Sono consentiti il pascolo e la raccolta dei prodotti del sottobosco, nel rispetto delle vigenti normative, degli usi civici e delle normative locali;
c) l'introduzione in ambiente naturale non recintato di specie vegetali o animali estranee alla flora e alla fauna autoctona;
d) il prelievo di materiali di rilevante interesse geologico e paleontologico, ad eccezione di quello eseguito per fini di ricerca e di studio previa autorizzazione dell'Ente parco;
e) l'apertura e l'esercizio di cave, di miniere e di discariche, nonchè, l'asportazione di minerali;
f) l'introduzione da parte di privati, di armi, esplosivi, qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura se non autorizzata, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 21, comma 1, lettera g), della legge n. 157/1992;
g) il campeggio, al di fuori delle aree destinate a tale scopo ed appositamente attrezzate ad eccezione del campeggio temporaneo autorizzato;
h) il sorvolo non autorizzato dalle competenti autorità secondo quanto espressamente definito dalle leggi sulla disciplina del volo e dall'Ente parco per quanto attiene alle necessità di tutela delle aree di cui all'articolo 1;
i) il transito di mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, vicinali gravate da servitù e fatta eccezione per i mezzi di servizio e per i mezzi accessori all'esercizio delle attività agro-silvo-pastorali;
l) la costruzione nelle zone agricole di qualsiasi tipo di recinzione ad eccezione di quelle necessarie alla sicurezza degli impianti tecnologici e di quelle accessorie alle attività agro-silvo-pastorali, purchè, realizzate utilizzando tipologie e materiali tradizionali delle delimitazioni temporanee a protezione delle attività zootecniche;
m) lo svolgimento di attività pubblicitarie al di fuori dei centri urbani, non autorizzate dall'Ente parco.

DIVIETI IN ZONA A
1. Nelle aree di zona A l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità. Pertanto sono vietate tutte le attività che ne determinino in qualsiasi modo l'alterazione e vigono, in particolare, i seguenti ulteriori divieti:
a) l'accesso con veicoli a motore fatti salvi il transito per l'eventuale attività di sorveglianza e di soccorso;
b) l'accesso a piedi al di fuori dei percorsi segnalati;
c) l'attracco dei natanti, fatta eccezione per la eventuale attività di sorveglianza e di soccorso;
d) l'uso di fitofarmaci;
e) la realizzazione di nuovi tracciati stradali e nuove opere di mobilità;
f) la realizzazione di nuovi edifici ed il cambio di destinazione di quelli esistenti;
g) l'apposizione di cartelli e manufatti pubblicitari di qualunque natura e scopo, ad esclusione della segnaletica informativa del parco;
h) le opere tecnologiche ad eccezione degli impianti di approvvigionamento idrico di modesta entità ed antincendio, previa autorizzazione dell'Ente parco;
i) il taglio e la manomissione della vegetazione arborea ed arbustiva ad eccezione degli interventi strettamente necessari alla prevenzione degli incendi;
l) la modifica del regime delle acque salvo gli interventi che l'Ente parco riterrà necessari per il contenimento dei fenomeni erosivi.

DIVIETI IN ZONA B
1. Nelle aree di zona B, vigono oltre ai divieti generali di cui all'articolo 3, i seguenti divieti:
a) l'apertura di nuove strade ad eccezione di quelle di servizio per le attività agro-silvo-pastorali tradizionali e la realizzazione di nuove opere di mobilità ad eccezione degli impianti di monorotaia necessari allo svolgimento delle attività agricole, previa autorizzazione dell'Ente parco;
b) la realizzazione di nuovi edifici.

DIVIETI IN ZONA C
1. Nelle aree di zona C, oltre ai divieti generali di cui all'articolo 3, dovranno essere sottoposti ad autorizzazione del futuro Ente Parco i nuovi interventi di rilevante trasformazione del territorio, per i quali, alla data di entrata in vigore delle presenti norme, che avverrà con la pubblicazione del Decreto Istitutivo del Parco, non sia stato effettuato l'inizio dei lavori:
a) le opere di mobilità, ed in particolare i tracciati stradali o modifiche di quelli esistenti, ferrovie, filovie, impianti a fune, monorotaie ed altro;
b) le opere che comportano modifiche del regime delle acque ai fini della sicurezza delle popolazioni;
c) le opere tecnologiche: elettrodotti con esclusione delle opere necessarie all'elettrificazione rurale, gasdotti con esclusione delle reti di distribuzione, derivazione, acquedotti con esclusione delle reti di distribuzione, depuratori, ripetitori, captazioni ed adduzioni idriche;
d) opere di trasformazione e di bonifica agraria;
e) gli impianti per allevamenti ed impianti di stoccaggio agricolo, così come definito dalla normativa vigente nazionale e comunitaria;
f) la realizzazione di nuovi edifici, ed il cambio di destinazione d'uso di quelli esistenti all'interno delle zone territoriali omogenee "E" di cui al decreto ministeriale del 2 aprile 1968, n. 1444, salvi gli adempimenti edilizi effettuati nel rispetto e nei limiti degli strumenti urbanistici vigenti.

La Costituente

Il 28 ottobre 2010 nella Sala Consigliare di Fossacesia 45 persone favorevoli al Parco Nazionale della Costa Teatina (sindaci, assessori e consiglieri comunali, consiglieri regionali, imprenditori turistici, associazioni di categoria, sindacati, ricercatori universitari, cooperative giovanili, giornalisti, associazioni ambientaliste e culturali) sottoscrivono un documento su 10 punti e nasce la Costituente per il Parco Nazionale della Costa Teatina con l’obiettivo di arrivare all’istituzione del Parco poiché lo si vede come modello per uscire dalla crisi e ridare un futuro ed un benessere durevole a questo territorio.

Il Documento
Noi sottoscritti cittadini, amministratori, imprenditori, rappresentanti di categoria, sindacalisti, ambientalisti preso atto della crisi economico, sociale ed ambientale che stiamo vivendo, consapevoli della necessità di pensare (attuare/sviluppare/porre in essere) un nuovo modello di produrre, consumare e vivere insieme nella diversità e nel rispetto reciproco che conduca il nostro territorio verso un BENESSERE DUREVOLE che restituisca dignità al lavoro, diritti alle persone (cittadini/lavoratori), valore ai luoghi, alle risorse naturali, paesaggistiche, storiche e culturali, creando competitività per le imprese produttive restituendo un futuro alla nostra Comunità,

VogliAmo il Parco (Nazionale della Costa Teatina) per

1. Cambiare il modo di produrre energia, riducendo il consumo energetico ed avviando la transizione per abbandonare le fonti fossili, aumentando l’efficienza energetica (nell’impresa, nel pubblico, nelle abitazioni private), la produzione di energia da fonti rinnovabili, sviluppando la tecnologia per le rinnovabili e per l’efficienza ecologica.

2. Ripensare il modo di spostare merci e persone verso un sistema di trasporti intermodale, integrato e sostenibile per gli ecosistemi naturali e per l’ambiente, migliorando la mobilità lenta, l’accessibilità il trasporto su rotaia delle merci e delle persone, diminuendo la frammentazione ecologica.

3. Preservare le specie animali, vegetali, gli habitat e la loro funzionalità ecologica (e la biodiversità in generale), conservando e ripristinando i “servizi ecosistemici” che la Natura fornisce all’uomo gratuitamente (es. fotosintesi, autodepurazione, regimazione delle piene, stabilizzazione “prevenzione frane”, erosione costiera e spondale per i fiumi, principi attivi dei farmaci).

4. Migliorare la salute umana (qualità dell’aria, dell’acqua, del cibo).

5. Bloccare il consumo di suolo, l’urbanizzazione e l’antropizzazione che gli strumenti ordinari della pianificazione territoriale non riescono a bloccare.

6. Difendere e valorizzare il nostro Patrimonio Storico e fare Cultura.

7. Valorizzare l’agricoltura” ridandogli un ruolo e un futuro, lavorando verso la multifunzionalità, la qualità, (l’aumento/aumentando del/il valore aggiunto ai prodotti della terra), la “filiera corta”.

8. Sviluppare il Turismo Verde (Natura/Ecoturismo), il Turismo Enogastronomico, il Turismo dello sport e le attività commerciali e di servizi ad esse legate destagionalizzando e allungando la stagione degli arrivi creando nuova occupazione.

9. Valorizzare i saperi diffusi e recuperare le tradizioni (culturali/popolari contadine e marinare) per ri-costruire e tornare ad essere una Comunità vera.

10. Promuovere e Programmare, insieme, il nostro territorio come Sistema in Europa e nel Mondo intercettando in modo prioritario le risorse europee destinate agli stati membri per tornare competitivi e raggiungere non la crescita e lo sviluppo ma livelli di benessere durevoli.
Consapevoli di queste necessità e della impossibilità di perdere altro tempo diamo vita alla COSTITUENTE PER IL PARCO NAZIONALE DELLA COSTA TEATINA

Prime adesioni:
Maria Rita D’ORSOGNA, ricercatrice abruzzese;
Angelo STANISCIA, “papà” del Parco Nazionale della Costa Teatina
Fausto STANTE, Sindaco di Fossacesia; Domenicantonio PACE, Sindaco di Torino di Sangro;
Andrea Rosario NATALE, Assessore all’Ambiente, Comune di Fossacesia; Fabrizio D’AMARIO, Assessore Politiche Sociali, Comune di Fossacesia;
Alba BRIGHELLA, Vice-Sindaco Comune di Mozzagrogna; Sergio TORTELLA, Assessore all’Ambiente, Comune di Torino di Sangro;
Anna SURIANI, Assessore all'Ambiente, Comune di Vasto; Marco MARRA, Assessore Politiche Sociali Comune di Vasto;
Lara POLSONI, Consigliere Comunale Fossacesia; Raffaele TIRO, Consigliere Comunale Rocca San Giovanni;
Fabio SMARGIASSI, Consigliere Comunale Vasto; Tommaso PAGLIANI, DSA - Consorzio Mario Negri Sud;
Riccardo MANCINONE, Soc. Coop. Terracoste; Tony DI MONTE, Camping Sangro;
Renato DI NICOLA, Abruzzo Social Forum; Ines PALENA, Presidente WWF "Costa Teatina e Zona Frentana";
Fabrizia ARDUINI, Coordinamento per la Tutela della Costa Teatina;
Michele MARCHIOLI, Ada SINIMBERGHI, CGIL Chieti;
Lino SALVATORELLI, ARCI Comitato Provinciale Chieti; Francesca CIANCI, ARCI Circolo di Vasto-San Salvo; Paola NATALE, ARCI Circolo Basso Sangro;
Luciano DI TIZIO, Società Herpetologica Italiana, Sezione Abruzzo e Molise; Stefano DE RITIS, Stazione Ornitologica Abruzzese;
Emilio Pio CARAVAGGIO, Sos Costa dei Trabocchi; Mauro MARRONE, Pro Loco di Fossacesia Marina;
Orlando VOLPE, Nuovo Senso Civico; Sandro CIANCI, Piccolo Teatro del ME-TI
Roberto NARDONE, Csa Arrembaggio San Vito; Alessio DI FLORIO, PeaceLink; Roberto PAOLINI, CambiAMO Fossacesia;
Maurizio ACERBO, Consigliere Regionale;
Walter CAPORALE, Consigliere Regionale;
Franco CARAMANICO, Consigliere Regionale;
Alex CAPORALE, già Consigliere Provinciale di Chieti; Maria Lucia SANTARELLI, Animalista;
Barbara ANTONUCCI, Avvocato; Claudio ALLEGRINO, Coordinatore Provinciale Guardie WWF
Antonio CECERE; Mario CAMILLI; Carmine TOMEO,
Ivana SILVERI; Maria Laura PIERINI;
Mariella IANERI; Maria CELENZA.

L’Azione propositiva
La Costituente si prefigge di elaborare su basi scientifiche e tecniche, acquisite le cartografie regionali del Piano Paesistico Regionale, i Piani Regolatori Generali dei Comuni e gli studi realizzati dalle Università d’Abruzzo e dalle associazioni, una proposta organica che comprenda tutti i Comuni della cosiddetta Costa Teatina definendo la perimetrazione del Parco Nazionale.
La Proposta suddivisa su base comunale sarà presentata nei Consigli Comunali compresi nel perimetro per farli esprimere in merito arrivando ad una definizione condivisa della perimetrazione per ogni singolo Comune.
Contestualmente saranno organizzati momenti di dibattito, confronto, sensibilizzazione sul modello “Parco Nazionale”, di chiarimento e dibattito sui dubbi e i “falsi miti negativi” e di approfondimento sulla Proposta Complessiva di Perimetrazione che sarà supportata da una petizione.

Per adesioni: costituente.costa.teatina@gmail.com o via fax 0872.622237 (Comune di Fossacesia)

20, 21 e 22 Novembre, torna la Festa dell'Albero


Nel 2010,anno della biodiversità, coerentemente con l’impegno fin qui profuso per il riconoscimento della Riserva Naturale Regionale “San Giovanni in Venere” e per far nascere il Parco Nazionale della Costa Teatina l’amministrazione comunale di Fossacesia festeggia la seconda edizione della Festa dell’Albero 2010, un albero per ogni nuovo nato.

“Il nostro legame con la Terra che viviamo è indissolubile e a volte nell’era ipertecnologica che viviamo ce ne dimentichiamo – continua Natale – affermiamo con questa festa, che può essere visto come rito di riconciliazione, l’importanza degli alberi, della tutela della biodiversità e diamo ai nuovi genitori il compito di essere custodi della Natura per dare un futuro ai loro figli”.
L’iniziativa mira anche a ricordare alle istituzioni il rispetto della legge n.113 del 29 gennaio 1992 che obbliga i Comuni a piantumare un albero per ogni neonato (cosiddetta “legge Rutelli”).
“Dopo la piantumazione del Fosso di San Giovanni in Venere, l’anno scorso, continuiamo, in ottica di potenziamento e valorizzazione anche delle connessioni ecologiche e con il miglioramento della qualità ambientale dei frammenti, con Fonte Santa Lucia e Villa Scorsiosa per far vedere che non è necessario fare grandi distanze per “scoprire” e godere della Natura – aggiunge Natale - spesso vicino a casa ci sono cose che non sapevamo ci fossero, piccoli tesori dal grande valore che una volta conosciuti impariamo ad apprezzare e comprendiamo la necessità di tutelarli”.

Il programma:
Sabato 20 novembre, ore 10.30 presso Fonte Santa Lucia (Fossacesia) e Domenica 21, ore 10.30 presso il parcheggio del Campo sportivo di Villa Scorciosa, dopo i saluti del sindaco e la benedizione del parroco agli alberelli, ci sarà la loro messa a dimora.
Sempre Domenica 21 novembre, presso il Centro Diurno Minori, dalle 15.30 in poi si svolgerà la seconda edizione del concorso “Disegna e colora, il mio amico albero”, saranno premiati durante la manifestazione i partecipanti alla I edizione del Concorso.

lunedì 15 novembre 2010

Rifiuti, l'Assessore Natale risponde alla minoranza (#2)

Sono tre le questioni tralasciate dalla minoranza consiliare nella lettura dei dati forniti al Comune da parte del Settore Ambiente della Provincia di Chieti, in merito alla raccolta differenziata dei rifiuti per l’anno 2009: l’impianto Civeta andato in crisi e nel quale per mesi non è stato possibile conferire l’organico; la scelta di non raccattare le potature e il verde solo per aumentare la quantità di organico da smaltire (come fatto nel recente passato); l’impossibilità di spendere somme aggiuntive per potenziare ed integrare le carenze del servizio di smaltimento dei rifiuti.
«Mi spiace dover replicare nuovamente alle considerazioni della minoranza, che già quest’estate aveva tirato fuori quest’argomento», esordisce l’assessore all’Ambiente, Andrea Natale, «evidentemente si vogliono strumentalizzare le difficoltà raccontando verità parziali e utilizzando i numeri a supporto di una tesi. Anche sui dati potremmo discuterne poiché all’Ufficio Tecnico non risulta questo 40.3%. Il problema non si risolve semplicemente aumentando i cassonetti stradali, come sostiene la minoranza. Nei momenti di difficoltà, quando si potenziavano i cassonetti, si invitava di fatto a non fare la differenziata. E le difficoltà si superavano sborsando qualcosa in più. Ma», sottolinea Natale, «come si può pensare di potenziare un servizio quando non si può incrementare la spesa corrente? Il patto di stabilità ci ha impedito di aumentare la spesa non solo per i rifiuti, ma anche per altri settori. Non solo non è stato possibile spendere di più: per il rispetto del Patto abbiamo dovuto diminuire le spese e di conseguenza tutti i servizi ne hanno risentito».
«Nonostante la non felice situazione economica – continua Natale - siamo riusciti ad aggiungere il recupero degli olii vegetali alimentari esausti e abbiamo finalmente messo i contenitori per la differenziata anche in spiaggia (cosa che nonostante le tanto decantate bandiere blu non era stato ancora fatto).
Natale ricorda inoltre le lacune del servizio durante la precedente amministrazione: «Fu la giunta Di Giuseppantonio ad affidare la rivisitazione delle modalità del sistema e i tecnici incaricati ci hanno indicato le difficoltà e le carenze del precedente servizio di smaltimento rifiuti. Quindi, o i tecnici mentono e non era necessario affidare loro la revisione del sistema o qualcuno non dice la verità sulla “perfezione” del sistema e di come si faceva ad ottenere quei dati di differenziata. Reimpostare un sistema richiede tempo e non è facile quando le fondamenta non sono solide».
«Chiedo – continua Natale – come mai in questi 16 mesi, visto l’impegno che si dice sia stato profuso dalla precedente Amministrazione per formazione e comunicazione ambientale, non avendo cambiato noi il sistema di raccolta come mai ci sia stato il calo? Se i meccanismi della differenziata erano entrati nel sapere e nelle pratiche quotidiane dei miei concittadini non ci sarebbe dovuto essere il calo. Devo pensare che la formazione/comunicazione fatta non è stata efficace? Che il sistema attuale presenta delle carenze strutturali? O cosa? ».
Sul bando di gara per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, l’assessore precisa: «Le buste sono state aperte per verificare la validità delle offerte. Non c’è alcun mistero sulla procedura di affidamento, in particolare da parte mia c’è sempre stata la massima disponibilità. Non c’è nessun problema a fornire alla minoranza gli aggiornamenti che chiederà, anche al di fuori del consiglio comunale, magari all’interno del Forum Ambiente o nei modi e nelle forme che in altri ambiti sono stati utilizzati, come per la perimetrazione del Parco, impostando il rapporto sulla collaborazione. L’impegno dell’amministrazione Stante in campo rifiuti», conclude Natale, «è di progettare, insieme agli altri Comuni dell’Unione, una struttura intercomunale che possa renderci indipendenti e spendere meno mettendoci al riparo da eventuali altre chiusure di Civeta o degli altri due centri per l’organico in Abruzzo. Se andassero in crisi questi impianti, la differenziata andrebbe in discarica. Questo fa comodo ai pochi che fanno i soldi in base ai quintali di rifiuti che si conferiscono e che vogliono gli inceneritori/termovalorizzatori».
«Tutte le cose che ho detto sono supportate da delibere e documenti accessibili ai consiglieri di minoranza e ai giornalisti che vorranno approfondire la questione. Resto a disposizione per un confronto con la minoranza davanti a giornalisti e cittadini».

mercoledì 10 novembre 2010

Assemblea Pubblica sul Bilancio partecipato





La cittadinanza è invitata a partecipare all'Assemblea Pubblica sul Bilancio Partecipativo, che si terrà Sabato 13 Novembre p.v. alle ore 17,30 presso il Teatro Comunale di Fossacesia.
Programma:
- Strumenti e politiche di democrazia partecipativa a Fossacesia(Fausto Stante - Sindaco di Fossacesia);
- Il bilancio partecipato negli altri Comuni: l’esperienza di Grottammare (Pier Paolo Fanesi – Comune di Grottammare);
- Resoconto delle proposte dei cittadini pervenute attraverso le schede di rilevazione preliminare presso il Comune di Fossacesia ed esaminate dall’Amministrazione (Lara Polsoni, Consigliere Comunale e Capogruppo di maggioranza - Fossacesia);
- Eventuale integrazione delle proposte anche mediante la formazione di gruppi di lavoro;
- Riepilogo delle modalità di voto;
- Calendarizzazione delle restanti fasi del progetto.