domenica 31 gennaio 2010

LAVORATORI FUORI DALLE FABBRICHE UTILI PER GLI AZIONISTI

La Fiat ha reso noto di aver raggiunto utili nel terzo trimestre del 2009 per 25 milioni di euro netti e la redistribuizione dei due terzi agli azionisti, un aumento di quote di mercato del 33% in Italia e del 9% in Europa occidentale, la conferma dell'abbandono di Termini Imerese e la chiusura per 2 settimane degli stabilimenti italiani.
Marchionne ha chiarito le idee a quanti non avessero ancora capito che l'attuale crisi è una crisi di sovrapproduzione: “A livello globale la nostra industria ha la capacità di produrre circa 94 milioni di auto all'anno, circa 30 milioni in più di quante se ne vendono. Un terzo di questo eccesso di capacità si trova in Europa, dove il settore automobilistico resta virtualmente l'unico settore a non aver ancora razionalizzato la produzione. L'Europa lo scorso anno ha utilizzato il 75% della propria capacità, un numero che potrebbe scendere al 65% quest'anno...”.
La filosofiat non cambia: utili per gli azionisti, cassa integrazione e licenziamenti per i lavoratori.
Per ottenere profitti conoscono la sola strategia della "delocalizzazione".
La produzione viene trasferita in Paesi quali Polonia, Ungheria ,Russia, Turchia e Brasile dove il salario medio percepito è minore di quello italiano, comunque tra gli ultimi a livello europeo. Esauriti gli incentivi statali, ai quali abbiamo contribuito come cittadini, l'AD Marchionne ha deciso di continuare a far pagare i lavoratori, con la richiesta di nuova cassaintegrazione.
Nel nostro stabilimento i ritmi produttivi sono aumentati in modo sproporzionato per ottenere in minor tempo ed a minor costo le poche migliaia di veicoli richesti dal mercato , con il risultato del peggioramento delle condizioni di lavoro e l' aumento esponenziale dei rischi di infortunio e di salute.
Vorrebbero adottare anche con gli operai assunti a tempo indeterminato “il lavoro a chiamata” (si aprono le fabbriche solo quando c'è produzione).
Denunciamo le strumentali strategie industriali della Fiat e chiediamo l'unico percorso praticabile per salvare i livelli occupazionali: la redistribuzione della produzione tra gli stabilimenti del gruppo.
Per i motivi suindicati invitiamo i lavoratori /ci a scioperare MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO 2010 PER 8 ORE.
[Giordano Spoltore, SDL - Sindacato dei Lavoratori]

mercoledì 27 gennaio 2010

Giornata della Memoria



Giornata della Memoria
Il 27 gennaio di ogni anno ricorre la Giornata internazionale della Memoria, istituita dalle Nazioni Unite per ricordare le vittime del Nazismo, del Fascismo e dell'Olocausto. L’Ammnistrazione comunale di Fossacesia ha deciso di celebrarla:
- con una mostra sui campi di concentramento e sul nazismo a cura dell'ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ringraziamo in particolare il compagno Domenico Toscano per aver gentilmente concesso l’utilizzo gratuito della mostra);
- con una lettura-spettacolo dedicata agli alunni delle scuole e delle loro famiglie, di "Se questo è un uomo" di Primo Levi, interpretata da Sandro Cianci (Teatro del Me-Ti, Paglieta).
Nel pomeriggio, invece, presso l’ex scuola media, c’è stata la proiezione del film "La vita è bella" di R. Benigni a cura del Centro Diurno Minori.
CANTIERE APERTO si unisce all’Amministrazione Comunale nell’impegno per la sensibilizzazione della cittadinanza al ricordo e alla riflessione su una delle più grandi tragedie della nostra storia.

Democrazia KM 0: materiali e metodi per l'autogoverno


“Democrazia Km0” è l’alternativa ad un modo di fare politica attualmente pilotato dagli interessi e dai compromessi di partito. Esprime la volontà di ricostruire un’attività di governo dal basso, a partire da un’idea diversa di sviluppo economico e di società civile, dalla partecipazione diretta dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, dalla condivisione di informazioni e di esperienze. Democrazia Km 0 riunisce movimenti, associazioni, singoli cittadini. Ne parleremo il prossimo 13 febbraio al Teatro Comunale di Fossacesia.
PROGRAMMA:
9.30 saluto del Sindaco fausto Stante; introduzione di Lara Polsoni
10:00 inizio lavori – I sessione – Democrazia Km0: cos’è e a che punto siamo (A. Morniroli – Cantieri Sociali, Napoli) – Interventi: A. O. Gobbi
11.30 interventi dal pubblico e individuazione delle tematiche dei gruppi di lavoro
13.00 pausa pranzo
15.30 inizio II sessione – gruppi di lavoro tematici
17.30 chiusura lavori e confronto in plenaria
18.00 conclusioni.
L’incontro è promosso da: Assessorato all’energia, ambiente e igiene pubblica – Città di Fossacesia; cambiamo Fossacesia; ARCI Basso sangro, Cantieri Sociali
Con il patrocinio del Comune di Fossacesia
Aderiscono: Abruzzo Social Forum, Coordinamento per la tutela della Costa Teatina; WWF Zona Frentana e Costa teatina.

Crocifisso, scuola laica e libertà religiosa


Lo scorso 11 dicembre 2009 in Consiglio Comunale si è discussa la mozione presentata dal gruppo di minoranza "Approdo per il futuro" avente per oggetto "Il Crocifisso non si tocca". La mozione, in sintesi, richiedeva l’impegno da parte dell’amministrazione comunale di a) controllare con ogni mezzo che il crocifisso non venisse rimosso dalle aule scolastiche di Fossacesia e b) unirsi al ricorso presentato dal Governo Berlusconi contro la sentenza della Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo dello scorso 3 Novembre 2009. Tale sentenza ha stabilito che la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche viola l’articolo 2 del protocollo n° 1 esaminato con l’articolo 9 della Convenzione e ha condannato lo stato a pagare alla ricorrente 5000 euro di danni morali.
Come forse molti già sapranno, la mozione è stata approvata dal Consiglio Comunale con emendamenti presentati dal Gruppo Consiliare di maggioranza “Fossacesia Città Attiva”. Alcuni di noi, però, hanno richiesto il ritiro della mozione e, visto che questo non è stato possibile, hanno ritenuto più opportuno non partecipare al voto, con motivazioni diverse, la principale – anche se non l’unica - delle quali è che si tratta di una tematica complessa, che va oltre gli ambiti di pertinenza di un Consiglio Comunale ed andrebbe discussa in altra sede, con ben altri strumenti.
L’esposizione dei crocifissi nelle scuole pubbliche è prevista da una circolare che fa riferimento alla Legge Lanza del 1857 e dalle norme regolamentari art. 118 Regio Decreto n. 965 del 1924 (relativamente agli istituti di istruzione media) e allegato C del Regio Decreto n. 1297 del 1928 (relativamente agli istituti di istruzione elementare), che dispongono che ogni aula abbia il crocifisso. A quei tempi la religione cattolica era ancora l’unica religione di Stato.
Con circolare n. 367 del 1967, il Ministero dell’Istruzione ha inserito nell’elenco dell’arredamento della scuola dell’obbligo anche i crocifissi.
Nei Patti Lateranensi e successivamente nelle modifiche apportate al Concordato con l’Accordo tra Stato e Chiesa (L.121/1985), non si parla del crocifisso nelle scuole. I nuovi accordi tra Stato e Chiesa del 1985 non abrogano le vecchie disposizioni, anche se stabiliscono che la religione cattolica non è più da considerarsi unica religione di Stato.
Riguardo la questione di legittimità costituzionale sollevata dal TAR del Veneto, la Corte Costituzionale (ordinanza 389/2004) ha ritenuto di non doversi pronunziare, in quanto le norme in questione erano di natura regolamentare, prive di forza di legge, sulle quali pertanto la Corte non poteva essere interpellata.
La Costituzione della Repubblica Italiana, però, agli articoli 2, 3, 7, 8, 19 e 20 sancisce il principio di laicità ed assegna a tutti i cittadini, anche quelli di diverso credo religioso, eguali diritti e pari dignità sociale.
La presenza del crocifisso nelle aule è oggetto di ripetuti tormentoni mediatici (basti ricordare il caso di Ofena del 2003) sollevati ad arte da chi sfrutta il sentimento religioso dei cittadini per catturare consensi e, in molti casi, alimentando l’intolleranza verso culture e religioni diverse. A livello nazionale la Lega Nord è una delle forze politiche che si sono maggiormente attivate in difesa del crocifisso. Questo atteggiamento, come ha sottolineato Andrea Natale nella stessa seduta di Consiglio Comunale, è indice di debolezza all’interno di una comunità che ha bisogno di simboli forti ai quali aggrapparsi, per difendersi da ciò che non conosce e di cui ha paura.
Sono d’accordo con lui ed aggiungo che se è semplicistico e sbagliato assimilare l’identità nazionale ad un simbolo della fede cristiana, lo è anche assimilarla alla fede stessa. Si potrà anche essere d’accordo, con Benedetto Croce, che noi italiani “non possiamo non dirci cristiani”. Ma è proprio in virtù di quei principi che si dovrebbero accogliere le istanze di chi la pensa diversamente. La libertà di professare (o di non professare) una religione deve essere garantita a tutti, anche a chi non si riconosce nelle comuni radici cristiane. [Lara]

mercoledì 20 gennaio 2010

Petrolio

Prima di iniziare questa “chiacchierata” è bene spiegare che nell'ambito di un progetto di estrazione di idrocarburi ci sono 4 fasi:
la prima si chiama istanza di permesso di ricerca, la compagnia petrolifera fa richiesta all'UNMIG(Ufficio Nazionale Minerario di Idrocarburi e Geotermia) di poter “fittare” un tratto di mare o di terra che può essere di svariati chilometri quadrati, dopo arrivano le altre fasi previo progetto di perforazione chiamate rispettivamente ed in sequenza : permesso di ricerca, istanza di concessione di coltivazione, concessione di coltivazione .
Mentre la Giunta regionale galleggia nel silenzio più assoluto e con un atteggiamento di distacco, continuando a minimizzare il problema con interlocutori come la stampa ma guardandosi bene dal confrontarsi con i cittadini, le associazioni di categoria, le associazioni ambientaliste e culturali, la CEAM-Conferenza Episcopale Abruzzo e Molise-; le compagnie petrolifere continuano la corsa all'oro nero, in terra, ma soprattutto in mare d'Abruzzo.
La provincia di Chieti è la più vessata con un ben 77% di territorio interessato, 92 comuni 365.308 cittadini. Il mare prospicente la costa Teatina non è da meno, oltre ai progetti di coltivazione già esistenti da anni come Santo Stefano e Rospo Mare, è in dirittura di arrivo un permesso di ricerca che va da Ortona al Molise della Petrocetic.
Di fronte ad Ortona sono in arrivo una nuova concessione di coltivazione Ombrina mare 2, e un nuovo permesso di ricerca Elsa2, qualora tutte le nostre osservazioni inviate al ministero dell'Ambiente e della tutela del Mare, lettere di comuni non la fermeranno, entrambi della Medoil Gas . Insomma, addio a brodetti e paesaggio.
[Coord. Tutela Costa Teatina]

Sta terra jè nostre e 'nza da tuccà: resoconto degli incontri tematici dello scorso Dicembre.


Il Comune di Fossacesia in collaborazione con Rete Emergenza Ambiente Abruzzo, Coordinamento per la Tutela della Costa Teatina, Forum Acqua, Rete Municipi per l’Acqua Pubblica, ha voluto dedicare due incontri (che si sono tenuti presso il Teatro Comunale il 5 e 6 dicembre scorsi) alla riflessione su due argomenti di grande attualità in tema di ambiente e qualità della vita dei cittadini.
La mattina del 5 dicembre abbiamo parlato di come dovrebbe cambiare la gestione dei servizi idrici integrati in forza della Legge n. 166 approvata lo scorso 20 novembre 2009, (Conversione del Dl 135/2009 recante obblighi comunitari ed esecuzione di sentenze della Corte Ue) e in particolare dell’articolo 15 che introduce alcune modifiche all’art. 23 bis della Legge 133/08 e segna un ulteriore passo verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali. Questa legge infatti prevede l’obbligo di affidare la gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite, individuati per mezzo di procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%.
I sostenitori di questo provvedimento affermano che esso costituirebbe l’inevitabile adeguamento ai principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità. Affermano inoltre che l’affidamento dei servizi idrici a privati porrebbe fine ad una gestione clientelare e politica degli acquedotti, che con maggiore concorrenza tra società pubbliche, private o miste potrebbe migliorare il servizio. Affermano che, anche se non subito, i costi delle utenze si abbasseranno. Ma sarà vero tutto questo? È significativo il fatto che le stesse associazioni dei consumatori abbiano espresso un netto dissenso verso l’art.15 e che la Regione Puglia già il 20 ottobre, con una delibera di Giunta Regionale, abbia sancito l’avvio della ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese.
Contro l’art. 15 si è presto sollevata una folta schiera di movimenti, associazioni, enti locali che temono la mercificazione di un bene essenziale alla vita delle persone e che non può essere soggetto alle leggi di mercato.
Come gruppo consiliare di maggioranza abbiamo proposto una delibera, poi approvata nella seduta dello scorso 11 dicembre dal Consiglio Comunale, in cui ci si impegna a promuovere iniziative finalizzate alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza e alla sensibilizzazione della popolazione al risparmio idrico; è prevista inoltre l’integrazione nello Statuto Comunale della gestione del servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e senza fini di lucro, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti.
Quali differenze ci sono tra una gestione sottoposta alle leggi del diritto pubblico ed una sottoposta invece alle leggi del diritto privato? Tra un ente pubblico con l’obiettivo di pareggiare il bilancio ed una Spa con l’obiettivo di conseguire degli utili? E soprattutto che tipo di vantaggi potranno esserci da un mercato che di fatto non prevede una reale concorrenza tra più gestori?
Ne abbiamo discusso con Renato Di Nicola del forum acqua e Don Silvio Valic, della Diocesi di Termoli.
Quest’ultimo racconta: “Vivo nell’unica città del Molise che ha già l’acqua in mano ai privati […] L’amministrazione è entrata in un contenzioso con la Sigesa, la società che gestiva la rete di distribuzione idrica e la rete fognaria della città, perché al Comune di Termoli è stato chiesto di pagare quasi un milione di euro di spese arretrate per l’invio delle bollette. Le precedenti amministrazioni non avevano mai chiesto il bilancio e hanno sempre concesso l’aumento come la Sigesa decideva…”.
“Prima di decidere di privatizzare i sistemi idrici sarebbe bene che le amministrazioni vedessero cosa è successo dove ciò è già avvenuto”, continua Di Nicola: “Ad Arezzo, dove il processo di privatizzazione è nato molto tempo fa, l’azienda si è trovata con tanti soldi nelle mani, finanziamenti ricevuti dalle banche. Poi non ha fatto investimenti ed ha aumentato le tariffe.”
(Chi volesse rivedere integralmente gli interventi può farlo collegandosi al nostro canale YouTube: cambiamofossacesia).
La seconda giornata è stata invece dedicata alla minaccia petrolifera tuttora esistente in Abruzzo. La Giunta Chiodi ha recentemente discusso un disegno di legge che individuerebbe sei aree del territorio regionale sulle quali sono vietate tutte le attività connesse allo sfruttamento del sottosuolo. Su di esso diverse voci invitano alla cautela negli entusiasmi e a non abbassare la guardia. Tra questi, Enrico Graziani, che negli anni '70 è stato uno dei più attivi artefici della vittoria dei cittadini abruzzesi contro l'insediamento della Sangro Chimica, e Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice della California State University. Maria Rita D’Orsogna è già stata protagonista di un incontro che abbiamo organizzato lo scorso 6 Luglio, sempre presso il Teatro Comunale, per sensibilizzare i cittadini alla questione petrolio in Abruzzo. Il Comune di Fossacesia ha anche presentato osservazioni contro le piattaforme in mare tra San Vito e Vasto (Ombrina Mare e Elsa di Medoilgas e Petroceltic).
La mattina del 6 dicembre scorso abbiamo affrontato il problema sotto diversi aspetti insieme al Dott. Pagliani (Mario negri Sud) il quale ha sinteticamente illustrato lo stato di salute delle nostre acque fluviali e marittime. “Forse non tutti sanno”, ha detto Pagliani, “che ‘Rospo Mare’ è il nome di una serie di piattaforme al largo della nostra costa di cui una è un piccolo ‘Centro Oli’ in mare.”
L’Ing. Giambuzzi (WWF) ha invece parlato della legge Marzano del 2004, che regola le procedure con cui le imprese petrolifere possono richiedere – e ottenere – le autorizzazioni per la coltivazione di idrocarburi da parte delle amministrazioni locali.
Ha concluso l’incontro il Prof. Stoppa (Corso di Laurea in Geologia - Università “G. D’Annunzio” di Chieti) con un intervento incentrato sui rischi correlati agli impianti petroliferi e agli eventi sismici.
Le numerose richieste da parte del pubblico di intervenire con osservazioni e domande hanno rafforzato la nostra convinzione sulla necessità di organizzare ulteriori incontri per tornare a parlare di questi temi.
[Lara]

lunedì 18 gennaio 2010

IN ATTESA DEI CROISSANT


Molti si sono affannati, e si affanneranno, a dirci che “la nuttate ha passate”, ma non è così. La crisi morde ancora e per molti inizia ora a mordere più forte, anche se la fase più acuta forse è superata e si vede una certa stabilizzazione dal punto di vista finanziario, la disoccupazione aumenta e purtroppo è destinata a crescere e noi nel mondo reale ce ne rendiamo conto, perché ci tocca in prima persona.
Tra qualche mese la crisi sociale aumenterà irrimediabilmente, quando per molte imprese finirà la cassa integrazione e dal Governo Nazionale e Regionale quale è la risposta che viene? Quale è la loro strategia per affrontarla?
A differenza di quanto succede ed è successo in altri paesi europei, governati da coalizioni analoghe, il Governo Berlusconi ha agito sostenendo solo il sistema finanziario ed industriale, rinunciando a priori ad un necessario intervento a sostegno del reddito, senza considerare e prevedere niente per contenere la disoccupazione ed i licenziamenti. Il mancato sostegno ai redditi ha portato ad un abbassamento del potere d’acquisto e ad una ulteriore contrazione dei consumi, alimentando un circolo vizioso che ha ancora di più compromesso le capacità di ripresa della produzione. Per tali considerazioni non necessita essere dei fini economisti, eppure le strade prese in considerazione sono state, come detto, altre. Ad aggravare ulteriormente le cose si è inoltre dato il via alla politica di tagli alla sanità, all’assistenza, alla scuola e alle istituzioni locali danneggiando ancora di più le fasce già colpite dalla crisi, eliminando anche alcuni “ammortizzatori” locali ancora in piedi. Dietro alle scelte fatte, quasi mai avversate, anche nelle Regioni di centro-destra si è proseguito su quel sentiero. Si vede chiaro, analizzando il quadro complessivo, che c’è da parte del centro-destra l’intento di usare la crisi per eliminare gli elementi ed i corpi sociali esistenti tra Governo e cittadini, per accentuare la polverizzazione della società ed acuire l’isolamento dei singoli individui. Si vuole aumentare, nella percezione comune, il vedere quelli che sono DIRITTI come concessioni di un suddito magnanimo, in una elemosina. La volontà neanche tanto velata di trasformare i cittadini sempre più in sudditi, tanto che a volte i rappresentanti della destra sociale sono costretti a borbottare, per poi, incassata la contro parte, tornare subito ad allinearsi dietro al capo.
Per questo danno fastidio i movimenti come “il popolo viola” o le iniziative di resistenza sociale nelle fabbriche, i comitati che si oppongono agli insulti al territorio secondo la vecchia logica del “cemento e asfalto” e gli enti locali che escono da tale logica e sperimentano, tra mille difficoltà, percorsi diversi per raggiungere livelli di benessere durevole, cambiare il modo di produrre energia e beni di consumo, per accogliere il diverso, aiutare il bisognoso, creare nuovi rapporti sociali, tornando a fare Politica.
E’ in atto un vero e proprio attacco al sistema istituzionale del nostro Paese per cambiarne funzioni e finalità. Cambiare la Costituzione non è un sacrilegio ed è previsto dalla Carta stessa, ma i cambiamenti devono rispondere e corrispondere ad interessi generali e non ne possono stravolgere lo spirito. Asservire il potere giudiziario ed il Parlamento al potere esecutivo ipotizzando inoltre un rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri sottraendo funzioni al Presidente della Repubblica non è adeguare la Costituzione ai nostri tempi, vuol dire stravolgerla.
La giustizia non sembra in questo momento la priorità della nostra Nazione. Sebbene esistano elementi da migliorare e ripensare non sono quelle proposte le soluzioni. Si avverte invece in esse il fastidio del manovratore che non vuole essere disturbato.
In questo senso anche le provocazioni per dividere i sindacati, l’accelerazione verso il bipartitismo (sognato ahimè anche dal PD), la riforma della scuola e dell’Università e l’attacco per colpire gli enti locali (singolare visto che si vorrebbe il federalismo) tramite la riduzione dell’autonomia di spesa, la riduzione del numero dei consiglieri comunali e le scelte calate dall’alto, come in campo energetico le centrali nucleari (vedi Termoli) o l’estrazione degli idrocarburi (la piattaforma Ombrina Mare a San Vito o il Centro Oli di Ortona) e per liberalizzare/privatizzare l’acqua.
In questa situazione bisogna attivarsi con forza per tornare a fare Politica, anche se non è facile, abbiamo ancora un’arma, oltre al voto, il Referendum.
Per dire No alla privatizzazione dell’Acqua, No al Nucleare, No alla Legge 30 ed al precariato, No al Cambiamento della Costituzione. Per dire Si alla Gestione pubblica efficiente dei beni comuni a partire dall’acqua, per dire Si alle Energie Rinnovabili, a partire dal Solare, per dire Si al lavoro a tempo indeterminato come diritto (come sancisce la Costituzione all’art.1), per dire Si alla partecipazione dei Cittadini al Governo del Territorio per una maggiore autonomia senza tornare al Medio Evo dei feudatari e dei sudditi. I croissant non li vogliamo, pane e lavoro, pane e tulipani, pane e democrazia per l’autogoverno dei territori. [baffo]

Nuovo Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) a Fossacesia

I G.A.S. (Gruppo di Acquisto Solidale) sono una realtà ormai consolidata in Italia e diffusa capillarmente in ogni regione. Il primo Gas nacque a Fidenza nel 1994 da un gruppo di cittadini decisi a rivoluzionare le proprie abitudini in fatto di consumi. In Abruzzo ce ne sono circa una decina.
Un Gruppo d’Acquisto Solidale (GAS) è un insieme di persone e famiglie che decidono di incontrarsi per acquistare da produttori locali prodotti alimentari o di uso comune solitamente di produzione biologica o eco-compatibile. Insieme ci si occupa di ricercare nella zona produttori rispettosi dell’uomo e dell’ambiente, di raccogliere gli ordini tra chi aderisce, di acquistare i prodotti e distribuirli tra le famiglie aderenti.
Un GAS nasce perché ognuno di noi può dare una mano a cambiare il mondo… partendo dal carrello della spesa! In una società in cui tutto è mercato e in cui tutto e tutti sono merce, qualcuno fa una scelta diversa.
Scegliendo cosa e quanto consumare, da chi comprare, come viaggiare, a chi affidare i nostri risparmi, si possono ridurre inquinamento, spreco di risorse non rinnovabili, sfruttamento dei minori e dei lavoratori. Il cambiamento parte da noi.
Chi aderisce ad un GAS sceglie:
• prodotti locali per ridurre l’inquinamento e lo spreco energetico dovuti al trasporto della merce; così si possono conoscere i produttori, verificare il loro comportamento, apprezzare la “storia” di ogni prodotto.
• piccoli produttori perché é più facile conoscerli e perché lavorano con più passione.
• prodotti biologici perché non utilizzano pesticidi, diserbanti, ecc. ma rispettano la terra. Così possiamo mangiare cose naturali, recuperandone i sapori.
• prodotti senza sfruttamento dei lavoratori, perché porre attenzione anche alle condizioni di lavoro significa aiutare a regolarne il mercato.
Per questi motivi è nata l’idea di costituire un Gas anche a Fossacesia. Alcune famiglie hanno già manifestato l’interesse a partecipare. Un incontro pubblico informativo, per raccogliere idee, proposte, per discutere e raccogliere adesioni si terrà nelle prossime settimane in uno dei locali che l’amministrazione comunale metterà gentilmente a disposizione.
Per informazioni e adesioni, contattaci ai numeri: 333-7971892 - 3397384228, verrai ricontattato.
(Per saperne di più: www.retegas.org)
[PN e MLP]

Cantiere Aperto al No-B Day


Il 5 Dicembre scorso si è tenuta a Roma una grande manifestazione di pubblico dissenso verso l’attuale presidente del consiglio, Silvio Berlusconi.
Più di un milione di persone si sono ritrovate nella capitale, arrivando da tutta Italia, per scendere in piazza allo scopo di chiedere le dimissioni del premier.
L’organizzazione è stata apartitica, e gran parte della parte divulgativa è stata svolta tramite internet, e in particolare tramite blog e social network come facebook. I partecipanti all’evento sono stati quindi chiamati “popolo viola”, per sottolineare una certa autonomia dall’appartenenza partitica. Nonostante ciò, la presenza partitica organizzata è stata sicuramente determinante per l’ottima riuscita dell’evento; a tal riguardo vale la pena evidenziare come il Partito Democratico non sia sceso in piazza ufficialmente, a differenza dell’Italia dei Valori e di Rifondazione.
Anche Cantiere Aperto ha partecipato, raggiungendo la capitale con uno dei tanti autobus organizzati da rifondazione in giro per tutta Italia.

La presenza partitica, specialmente della frangia più “di sinistra”, è stata attentamente nascosta dai media italiani, che hanno censurato l’evidente spopolare delle bandiere rosse in piazza... Ma visto l’atteggiamento generale che hanno mantenuto le TV italiane a riguardo della manifestazione non c’è affatto da stupirsi.
Da sottolineare invece l’interesse dei media esteri per un evento che è esclusivamente interno all’Italia, noi stessi di Cantiere Aperto siamo stati intervistati da una giornale olandese, il Volksrant. Evidentemente la presenza di un tale individuo al governo attira attenzioni da tutto il mondo.
Parlando del corteo, si è partiti da Piazza della Repubblica circa alle 14, per arrivare a Piazza san Giovanni. Qui nel pomeriggio si sono susseguiti diversi politici, giornalisti, personaggi del mondo dello spettacolo e altre personalità importanti:
Massimo Malerba Portavoce NBD - Ascanio Celestini Attore - Domenico Gallo Magistrato - Ragazzi di Corleone – Terre confiscate dalla mafia
Salvatore Borsellino – Agende Rosse
Liisa Liimatainen – Giornalista finlandese - Alessandro Gilioli – Blogger
Ulderico Pesce – Attore Dario Fo & Franca Rame - Mustafà Sarr – Immigrazione – White Christmas - Moni Ovadia – Attore, Regista, Musicista
Renato Accorinti – Comitato NO PONTE
Carlo Cosmelli – Docente Fisica – La Sapienza - Margherita Hack – Scienziata astrofisica- Claudia Pellini – Federica D’alessandro Insegnante precaria – Studentessa - Antonio Tabucchi Scrittore - Giorgio Bocca – Giornalista - Josè Saramago – Scrittore - Francesca Fornario – Autrice satirica Ascanio Celestini – Attore.
Purtroppo, noi di cantiere aperto non siamo potuti rimanere fino alla fine dell’evento, visto che avevamo qualche problema di tempo con l’autobus. Alleghiamo una foto della manifestazione.
[Marco]