lunedì 7 giugno 2010

VogliAMO il Parco!



Veniamo quotidianamente bombardati, fin dalla tenera età, da televisione, giornali e radio da pubblicità che ci invitano ad acquistare. Tanti si ricorderanno anche la pubblicità “L’economia gira con te” dove c’era un Signore allegro che andava in giro a fare compere e tutti erano contenti e gli dicevano “grazie!”.
In parte è vero, se non si compra l’economia ne risente. Noi facciamo delle lotte affinché, giustamente si difenda il “potere d’acquisto”. Ma la domanda che vi faccio è: cosa compriamo? Ciò che compriamo ci “serve” davvero? Quanto dura ciò che compriamo? Se si rompe lo dobbiamo sostituire o si può riparare?
Noi veniamo indotti a comprare cose che non ci servono veramente e a sostituire cose che funzionano ancora per seguire “la moda”. Molti degli oggetti che compriamo sono progettati per “durare poco”, per non potersi riparare e la maggior parte per non poter essere smontati nelle loro componenti ed essere riutilizzati per la produzione di altri beni. Quello che non si può utilizzare più diventa rifiuto e lo buttiamo via. Per produrre gli oggetti che utilizziamo abbiamo bisogno di energia che per buona parte viene prodotta bruciando petrolio o gas naturale. La nostra economia è fondata per buona parte sul consumo di beni così concepiti.
Più si consuma, più si produce. Ma più si consuma più rifiuti si generano, più energia è necessaria, più petrolio, gas e uranio si utilizzano, si riducono le scorte, aumentano le emissioni di gas climalteranti, aumentano i prezzi delle fonti energetiche, aumentano i prezzi dei carburanti, aumentano i prezzi di beni e servizi, aumenta il costo del lavoro, aumentano le ore che ognuno di noi deve lavorare, aumenta l’inquinamento, aumenta il consumo di territorio, aumenta l’isolamento e l’alienazione, diminuiscono gli incontri tra le persone, la socializzazione, il tempo che dedichiamo agli affetti e a noi stessi.
Dove vogliamo andare? Cosa succederà quando il petrolio, il gas, l’uranio, il carbone finiranno o non saranno più socialmente, ambientalmente o economicamente sfruttabili, se nel frattempo non avremmo fissato e pensato un futuro diverso programmando la transizione verso un futuro senza fonti energetiche che sono finite e non rinnovabili?
Passare da un sistema all’altro non è semplice, ma oltre che possibile è NECESSARIO. Chi pensate pagherà la crisi che avremo quando il petrolio arriverà a 1.000€ al barile se non sarà già avviata la transizione? La pagherà e in modo ancora più pesante e duro chi la sta pagando oggi. Questa crisi non è sintomo che il sistema economico è da ri-Pensare e cambiare?
Dobbiamo smettere di parlare di sviluppo e crescita infinita e pensare invece al BENESSERE DUREVOLE all’equità sociale.
La lotta contro l’estrazione degli idrocarburi in Abruzzo va in questo senso, siamo contrari perché pensiamo ad un’ALTRA economia per la nostra Regione: Agro-alimentare di qualità (vino e olio, ma non solo), la ristorazione, il turismo in generale, l’agricoltura, attività che devono avere come obiettivo la qualità e come binari entro cui viaggiare la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Avviamo nuove produzioni industriali e riconvertiamo le fabbriche presenti in Abruzzo alle tecnologie per la “conversione ecologica”: produzione di pannelli fotovoltaici e della componentistica legata, di cogeneratori (la FIAT nel 1975 aveva il progetto TOTEM, ma non ci ha creduto. Adesso in Germania lo sviluppa la Volkswagen), produciamo la tecnologia per l’eolico, per l’idroelettrico, per ottimizzare i consumi energetici.
Ci vantiamo di essere la Regione dei Parchi, ma non investiamo in Aree Protette, anzi le vediamo come un “vincolo”. Ci opponiamo o prendiamo tempo per istituirne di nuove, bravi sindaci. Uno studio della Rete Regionale delle Riserve del 2005 evidenziò che 1€ investito ne generava 40! Trovatemi un altro settore dove si ha questo valore moltiplicatore.
Il 10 maggio è ripartito l’iter per arrivare al Parco Nazionale della Costa Teatina, sono 13 anni che aspettiamo. Qualche Sindaco è contrario al Parco, altri sono tiepidi e vedono problemi che non esistono. Nel frattempo è stato mangiato territorio, disperso patrimonio, perse risorse economiche europee e fondi che i Parchi intercettano, in più sono arrivate le trivelle dei petrolieri a minaccare le nostre coste. I cittadini vogliono il Parco Nazionale della Costa Teatina, il gruppo di Facebook da noi aperto l’11 maggio in 20 giorni ha superato i 4.000 iscritti. Lo vogliono gli abruzzesi che erano il 18 aprile a San Vito Chietino e il 30 maggio a Lanciano, per dire NO all’Abruzzo Regione Nera, sporcata dagli idrocarburi e dire SI ad un altro futuro.
Un futuro POSSIBILE e NECESSARIO che punta sulle nostre risorse naturali, storiche, culturali, sui nostri prodotti tipici, sulle tecnologie pulite, sulla “conversione ecologica” del nostro sistema di produzione e consumo.
Noi lo VogliAMO con FORZA e faremo la nostra parte. Per il 20 Giugno stiamo organizzando a Fossacesia un incontro per far nascere il Comitato Pro Parco e a luglio una grande festa con Maria Rita D’Orsogna per far capire a chi ci amministra che non siamo più disposti ad aspettare. RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO FUTURO! [baffo]

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